Ziliani: "Il fallimento è sotto gli occhi di tutti, ma c'è un aspetto più inquietante"
Paolo Ziliani, giornalista, ha parlato di un argomento che ha generato parecchie discussioni tramite i suoi canali social.

Deludente il rendimento delle italiane - Juventus, Milan e Atalanta - ai play off di Champions League: non si è salvata una. Sono uscite tutte contro squadre modeste che, però, le hanno surclassate sul piano tattico. Paolo Ziliani, giornalista, tramite i suoi canali social si è soffermato sull'eliminazione della squadra bianconera.
Ecco le sue parole: "La prima cosa da dire sulla Juventus che dopo Milan e Atalanta esce ingloriosamente dalla Champions fallendo non solo l’obiettivo sportivo, ma anche quello economico (messo a previsione di bilancio dal club) di approdare come traguardo minimo agli ottavi di finale, il che avrebbe significato una quindicina di milioni di passaggio del turno, un altro incasso al botteghino per il match contro Inter o Arsenal e - in caso di proseguimento della corsa - un’altra pioggia di milioni per un eventuale passaggio ai quarti; la prima cosa da dire - dicevo - è una considerazione di carattere generale: dopo le tre stelle per i 30 scudetti, Adidas e la Juventus possono fin da ora pensare alla confezione delle maglie di domani, quelle con le tre stelle e le tre stecche".
"A significare che gli anni trascorsi - continua - senza vincere una Champions (tralasciando i modi in cui Madama ha vinto le due che espone in bacheca), cioè gli anni trascorsi a steccare, stanno ormai per diventare 30", commenta l'editorialista de Il Fatto Quotidiano riferendosi alla sconfitta contro il PSV.
Poi aggiunge: "Ormai l’hanno capito tutti: vincere in Italia con gli arbitri che stanno a guardare Gatti che prende a pugni gli avversari a palla lontana o a palla vicina (faccio il primo esempio che mi viene in mente) è sin troppo facile, specie se la licenza viene concessa soltanto a te; vincere in Europa con gli arbitri che se questo accade fermano il gioco, fischiano punizione e sanzionano Gatti - com’è successo ieri a Eindhoven con il giocatore che letteralmente sbalordiva e cadeva dalle nuvole: “perché?”, domandava incredulo di fronte alla stranezza di quel cartellino giallo sventolatogli sotto il naso per una delle sue classiche manate in faccia, a volte pugni, a un avversario - è tutto un altro discorso".
"Ora, rileggiamo insieme i nomi degli ultimi rivali contro cui la Juventus delle 3 stelle (cioè degli oltre 30 scudetti razziati in Italia), che dovrebbe essere dunque una corazzata inaffondabile, è miseramente colata a picco nelle sue ultime apparizioni:
Ajax. Lione. Porto. Villareal. Maccabi Haifa. PSV Eindhoven.
Non ho detto Real Madrid, Bayern, Barcellona, Manchester City, Liverpool, PSG.
Ho detto Ajax, Lione, Porto, Villareal, Maccabi Haifa, PSV Eindhoven
C’è bisogno di aggiungere altro?".
"Venendo all’ultima, la Juventus del Nuovo Corso targato Giuntoli-Motta, il fallimento del progetto appare drammatico ed è sotto gli occhi di tutti. A dispetto dei 200 milioni spesi in estate, diventati 230 con i rinforzi di gennaio, in campionato Madama è uscita subito dalla lotta scudetto con un ruolino di marcia desolante (si pensi ai 13 pareggi in 25 partite giocate, più della metà) e il massimo cui ora può ambire è il 4° posto che occupa oggi, grazie a un’infinità di aiuti arbitrali ricevuti, ex aequo con la Lazio".
"In Champions la sua avventura è finita tristemente ieri con i contraccolpi di bilancio di cui ho detto. La Supercoppa è stata persa nel farsesco modo che tutti ricordiamo (nientemeno che contro lo smandrappato Milan dell’appena insediato mister Conceiçao) e in quanto alla Coppa Italia, per il secondo anno consecutivo il vergognoso calendario approntato dalla Lega l’ha praticamente sistemata in finale senza bisogno di compiere chissà quali fatiche; Inter, Napoli, Milan, Roma e Lazio sono state sistemate dall’altra parte del tabellone a scannarsi l’una contro l’altra e Motta deve soltanto cercare - come fece Allegri la stagione scorsa - di non fallire la sola, vera, seria partita che sarà chiamato a giocare: la finale (vedremo contro chi)".
"Del completo flop della campagna-acquisti (anzi delle campagne-acquisti) di Giuntoli ho già parlato a più riprese ed evito di tornarci: ribadisco solo l’aspetto forse più inquietante, specie per la proprietà che mette i soldi, e cioè che i migliori giocatori che la Juventus sta facendo giocare e ai quali si sta aggrappando sono prestiti: sono cioè giocatori (Kolo Muani, Conceiçao, Veiga, lo stesso Kalulu) che non le appartengono e che se dovessero essere acquistati comporterebbero un esborso di almeno altri 150 milioni".
"Quelli inutilmente spesi per Koopmeiners (anche ieri tolto dal campo), Douglas Luiz (il nuovo Arthur) e Nico Gonzalez (giocatore normale), tutti atleti di 27 anni che non hanno alzato di un millimetro l’asticella di qualità della squadra, che a fine contratto avranno 31-32 anni e il cui cartellino varrà quindi zero. Se mi passate il francesismo: 150 milioni buttati letteralmente nel cesso".
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